Pag29.htm

 

La risposta dell'On.Fassino alla mia mail sulla marcia dei quarantamila

Un sentito ringraziamento all'Onorevole Fassino la cui voce (  dall'opposizione  al Governo che ho votato ) é preziosa per interpretare correttamente gli eventi ed i rapporti con il Sindacato legati alla figura dell'Imprenditoria e dei Quadri Intermedi nati ( per la Legge ) con la 190/85 .-

Caro Virgilio,

mi scuso per il ritardo con cui le rispondo. Per l’uso della citazione non vi è alcun problema (mi raccomando di citare la fonte). Purtroppo i numerosi impegni – soprattutto all’estero – mi hanno impedito di dedicare una riflessione attenta a quegli avvenimenti di trent’anni fa. Per questo le allego l’intervista che ho rilasciato alla Repubblica di Torino.

Un caro saluto.

Piero Fassino

 

millenovecento 80 duemila 10 IO, BERLINGUER E LA MARCIA DEI 40 MILA

Repubblica — 28 settembre 2010   pagina 19   sezione: TORINO

Piero Fassino ricorda anche i dettagli: il tragitto da Caselle all' hotel President, in via Cecchi, poi la cena con Enrico Berlinguer, Lorenzo Gianotti e pochi altri dirigenti in un ristorante di corso Toscana, non lontano dalle federazione del Partito comunista di via Chiesa della Salute. Era il settembre del 1980, lo scontro tra Fiat e sindacati sui 14 mila licenziamenti chiesti dall' azienda era al culmine, i cancelli di Mirafiori erano sbarrati dai picchetti, di lì a poco la "marcia dei 40 mila" avrebbe segnato la sconfitta storica del movimento operaio. Il 26 settembre, Berlinguer, invitato dal sindacato a parlare davanti alla Fiat, avrebbe pronunciato la frase poi diventata celebre. Dice che se si dovesse giungere a forme di lotta più acute il Pci sarà a fianco dei lavoratori, ma che è essenziale che questi rimangano uniti e decidano d' intesa con i sindacati. Fassino, come andò davvero? «Berlinguer sapeva benissimo che la maggioranza del sindacato era contraria all' occupazione, disse quelle parole a ragion veduta. Ma è una storia che bisogna raccontare dall' inizio». La racconti. Lei che cosa faceva in quel momento? «Avevo 31 anni, dal 1976 ero responsabile delle fabbriche del Pci torinese. La vertenza era iniziataa maggio dell' 80, quando la Fiat aveva annunciato la necessità di una pesante ristrutturazione. La trattativa con i sindacati si aprì, ma non portò a nulla, la loro proposta di cassa integrazionea rotazione non passò e al ritorno dalle ferie ci trovammo davantia 14 mila licenziamenti. Cominciò una lotta a oltranza, molto dura, carica di tensione, ma che aveva intorno a sé un forte consenso, nella fabbrica, nella città, in tutto il paese. Quei licenziamenti erano inaccettabili, erano troppo, uno choc per chi fino a quel momento aveva considerato la Fiat come sinonimo di espansione e di lavoro sicuro». Chi dirigeva il sindacato torinese di allora? «Fausto Bertinotti per la Cgil, Giovanni Avonto per la Cisl, Corrado Ferro per la Uil. La proposta di occupare arrivò da diversi delegati e dirigenti, in modo trasversale. Se ne parlò, ma era improponibile per molti motivi, non ultime le dimensioni di Mirafiori: 45 porte, una centrale termica, chilometri di impianti. La maggioranza era contro. Ecco, Berlinguer arrivò proprio mentre era in atto questa discussione. Andammoa cena con lui, Gianottie Athos Guasso e lo mettemmo al corrente, gli dicemmo che sarebbe stata una follia e lui fu d' accordo». Ma davanti a Mirafiori non fu altrettanto chiaro... «Quella domanda non era prevista. Mirafiori era l' ultima tappa di un lungo giro, da Rivalta a Chivasso al Lingotto. Ovunque Berlinguer aveva parlato tra gli applausi e anche a Mirafiori c' era una folla di quattro, cinquemila persone tra cui moltissimi che temevano personalmente il licenziamento. E quando Norcia, delegato della Fim, afferrò il microfono e chiese che cosa avrebbe fatto il Pci in caso di occupazione, lui ebbe pochi secondi per decidere. Doveva rassicurare quei lavoratori, ma non poteva incoraggiare l' inasprirsi della lotta. Così, disse che il Pci sarebbe stato sempre a fianco dei lavoratori, ma che si doveva decidere col sindacato, sapendo che il sindacato era contro. I giornalisti presenti presero nota senza particolare enfasi». Come si trasformò nella notizia del giorno? «Con un lancio di agenzia tratto da una velina dell' ufficio stampa Fiat. Eravamo in albergo e stavamo mettendo a punto il discorso per la sera, in piazza San Carlo. Franco Tatò (l' assistente di Berlinguer, ndr) arrivò con quell' agenzia e il segretario ne restò sconcertato: "Non li ho mai incitati a occupare", ci disse, e la sera fu ancora più esplicito. Ma intanto l' azienda aveva fatto lavori di intelligence nelle redazioni, e quello diventò il titolo principale». Il resto è la storia di una drammatica sconfitta sindacale, quella che si rievoca in questi giorni. Che cosa ricorda? «Subito dopo avvenne un fatto cruciale, l' azienda ritirò i licenziamenti e decise al loro posto di mettere in cassa integrazione a zero ore 23 mila lavoratori, uno su quattro. La Cgil nazionale e il Pci dissero: bisogna passare dal blocco dei cancelli a forme di lotta più articolate, Bruno Trentin corse a Torino per convincere i suoi, ma non lo fecero parlare. Il blocco continuò, ma il consenso non era più lo stesso. Arrivò la marcia dei quarantamila, che non sapremo mai quanti fossero ma certo erano tanti, e i sindacati firmarono l' accordo». C' è una morale ancora attuale, trent' anni dopo? «Sì: quando c' è una crisi aziendale vera è inutile negarla, meglio prenderne atto e trattare». Oggi, è preoccupato per il destino di Mirafiori? «Toglierla da Torino sarebbe come togliere la Torre Eiffel da Parigi. Così la vivono tutti i torinesi, e credo lo sappia anche l' azienda. La preoccupazione c' è, ma mi auguro che si facciano scelte coerenti con questa realtà, anche simbolica». © RIPRODUZIONE RISERVATA - VERA SCHIAVAZZI

 

 

Partito Democratico

 

Piero Fassino

Tel.       +39.06.69532240

 

 

p.fassino@partitodemocratico.it

 

Questo messaggio è stato inviato dal Partito Democratico
e può contenere informazioni di carattere riservato e confidenziale.
Qualora lei non fosse il destinatario la preghiamo di informarci
immediatamente con lo stesso mezzo ed eliminare il messaggio,
con gli eventuali allegati, senza trattenerne copia. Qualsiasi utilizzo
non autorizzato del contenuto di questo messaggio espone
il responsabile alle relative conseguenze civili e penali.

This message has been sent by Partito Democratico, 
and may contain private and confidential information.
If you are not the intended recipient, you should delete this
message and are hereby notified that any disclosure, copying,
or distribution of this message, or the taking of any action based
on it, is strictly prohibited.

 

Da: Pietro VIRGILIO - Giornalista [mailto:pietrovirgilio@ungiornalista.it]
Inviato: domenica 12 settembre 2010 10.39
A: p.fassino@partitodemocratico.it
Oggetto: Marcia dei 40mila

 

Caro Fassino,

preciso subito che le mie simpatie politiche vanno in altra direzione, ma sono un assertore del rispetto

reciproco, della cultura che mi impone di documentarmi a 360°, e - da over 70 - mi permetto anche di lasciarmi andare

a simpatie diverse ...... é con questo  " pistolotto " introduttivo che mi rivolgo a Lei per chiederLe l'autorizzazione alla

citazione ( integrale se possibile ) del capitolo 4 del Suo libro  " Piero Fassino per passione " (Rizzoli)  che ho nella mia personale

biblioteca.-

Ricorre il trentennale di quella singolare, irripetibile marcia torinese dei colletti bianchi e non..... io non c'ero ma seguivo da Milano

la nascita del movimento " Quadri Intermedi " del quale sono stato uno ( modestissimo ruolo )  dei fondatori. All'epoca lavoravo

in Rinascente S.p.A.

Il Suo punto di vista  elaborato sul libro é preziosa testimonianza, ricevere da Lei - poi - un aggiornamento attuale sarebbe il massimo

per un cultore del movimento quadri come sono rimasto io.-

Da pensionato ( immeritatamente iscritto nell'Albo dei giornalisti pubblicisti della Lombardia ) mi diletto a commentare su un mio sito web

www.noiquadri.it   o su quell'incredibile strumento moderno di Facebook, qualche aggiornamento sul tema Quadri Intermedi.

Lo dico senza piaggeria, ma avere la possibilità di pubblicare un Suo commento sul tema é , per me, una occasione troppo stimolante,

sopratutto considerato il fatto che la " visione dell'evento marcia "  conta commenti e scritti molto più orientati a " destra" - per semplificare - che non a " sinistra". ( e se questa distinzione ha ancora un senso....)

Resto in attesa di conoscere anche una Sua breve considerazione in argomento e nel frattempo

con stima e simpatia

 

Pietro VIRGILIO  ( Cutensis )

335-8365910

pietrovirgilio@cutensis.com

il FILMATO di REPUBBLICA

del 14 ottobre 2010

http://tv.repubblica.it/le-inchieste/la-marcia-dei-quarantamila-il-docufilm/54851?video=&pagefrom=2

 

home